Must Gallery, Lugano, Svizzera
5 Luglio – 22 Ottobre 2017
Vincitrice del Premio Speciale Must Gallery, assegnato lo scorso autunno nell’ambito di Arteam Cup 2016, Anna Skoromnaya, dopo mesi di lavoro intensissimi, mossi da grande passione e determinazione, si appresta a presentare in terra elvetica un progetto di forte denuncia sociale che rappresenta una tappa fondamentale di crescita dell’artista e della sua successiva ricerca.
Nel singolare KINDERGARTEN, creato dalla giovane artista bielorussa e che prenderà vita nelle sale della Must Gallery di Lugano, tutto si svolge sotto un’apparente aurea di normalità, ci sono i bambini, i classici giochi dell’infanzia (altalene, scivoli, colorate costruzioni), richiamati tanto nelle forme quanto nei colori, c’è l’apparente quiete e tranquillità di un ambiente dove tutto appare ordinato, sotto controllo, sicuro come del resto ci si aspetta in un luogo come un parco giochi o un asilo per l’infanzia. Il visitatore vaga rapito da un’iconografia immediatamente riconoscibile, udendo le rassicuranti voci di fanciulli intenti a recitare una filastrocca. C’è insomma la parvenza di un micro-mondo dove tutto apparentemente si svolge secondo azioni riconoscibili nell’immaginario collettivo e, pertanto, condivisibili dalla collettività.
L’illusione di vivere uno scenario di apparente normalità svela il suo volto più crudo nel momento in cui – rapiti da colori, suoni, immagini – ci si scontra con l’effettiva realtà dei fatti: nell’installazione Popcorn Machine (2017) ad esempio – dall’inconfondibile tonalità di verde che evoca scenari mediorientali e che, con una geometria appena riconoscibile e sussurrata, porta alla nostra mente note devastazioni e macerie – si muovono ologrammi che ritraggono bambini soldato intenti a compiere azioni che solo l’atrocità della cronaca di ogni giorno ci ricordano essere reali.
Scrive Antonio D’Amico nel testo in catalogo:
Ciò che nella quotidianità di un mondo globalizzato ha la parvenza del normale esistere, in luoghi in cui la ragione sembra aver abbandonato la sua funzione, vige un’infanzia negata, in cui i bambini sono obbligati ad essere adulti e a muoversi negli spazi di un KINDERGARTEN che nulla possiede dell’amenità e dell’allegria che caratterizza un normale asilo per l’infanzia.
Esistono luoghi sotto il sole cocente in cui ciò che è contro natura viene presentato come ortodosso, e dunque l’abuso, la violenza, la costrizione sono parole d’ordine di una realtà raccapricciante che coinvolge i bambini e li rende schiavi di soprusi in un gioco tra le parti degli opposti che si presenta con la medesima identità di una prigionia. In questi luoghi distonici il cielo è pulito, come lo è l’innocenza dei bambini e con essa i loro sogni infranti.
I bambini soldato, le spose bambine, i bambini sfruttati vittime di un capitalismo oppressivo, sono solo alcuni dei volti di questa infanzia violata, a cui è negata ogni possibilità, che Anna Skoromnaya senza retorica sente di voler rappresentare, riconoscendo nel ruolo dell’artista l’importante compito, se non di cambiare il mondo, di attivare percorsi di senso che possano svelare e rendere agli occhi di tutti – oppressi, oppressori e tutti coloro che chiudono gli occhi di fronte all’innegabile atrocità di un sistema e di un mondo che sta perdendo ogni umanità – l’orrore, tornando a dare all’Arte quella funzione etica e di denuncia che dovrebbe essere, soprattutto in momenti storici come quello attuale, una sua prerogativa fondamentale.
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